Wednesday, February 15, 2006

THE DEATH OF ANNA KARINA
“New Liberalistic Pleasure”
[Unhip Rec./Goodfellas)]
Emo-core. Impossibile trovare una cura. Perciò morte sia, se quella di Anna Karina meglio. Che la storia in questi casi sia sempre la stessa lo racconta la dedizione e il culto con cui i kids masticano il genere. Non si aggredisce il sacro. Semmai si va sul palco e si dà tutto come fosse l’ultima volta. Ogni volta. L’etichetta è la stessa dei Settlefish (Unhip), il genere è per i profani lo stesso degli At The Drive In, ma la tecnica e il tiro sono entrambi loro. Un secondo disco che convince perchè mischia le carte ficcando nel mucchio pure i Duran Duran. E sanguina. // Carlo Pastore
(Zero)

IVAN SMAGGHE’ (Black Strobe)
dj set

A me i francesi stanno sul cazzo. Questa va detto a mo’ di premessa, perchè un popolo che si infila la baguette sotto l’ascella pezzata merita una menzione in negativo. Se ci mettete poi che il loro formaggio è puzzolente, le loro ragazze ce l’hanno stretta, e – come diceva l’inarrivabile Schopenhauer – la loro lingua fa schifo e dovrebbero imparare dai loro cugini italiani (non da me, magari, chè uso un sacco di parolacce), allora la frittatina macriobiotica è fatta. Capita - però, a volte, ogni tanto, quasi mai, ma capita – che un francese sia davvero un gran bel personaggio. E’ il caso di Ivan Smagghè, anche sì Black Strobe, quelli electro-clash, quelli bravi. Questa sera il capellone e barbuto - già Kill the Dj resident al club lesbico Pulp di Parigi - farà come al solito tronare il dancefloor con la sua beattosa miscela di groove e influenze americane, tedesche o anche esotiche. House di taglio, techno e clubbing. Quindi tutta roba buona. Più una. Cioè che non pavla. // Carlo Pastore
(Zero)

ERLEND OYE (Kings Of Convenience)
dj set

Sfigato sarai tu. Vedi di mettertelo in testa se parli con quel buffo norvegese che si è fatto chiamare (dai suoi genitori) Erlend Oye. Perchè nonostante sia un perfetto quattrocchi, questo è uno di quelli che il primo giorno di scuola inserisci sotto la categoria “sfigati”, ma poi il giorno seguente ti ha già ucciso con il suo fascino a lunga gettata, ti ha sorpreso con le sue idee matte, ha quantomeno invaghito quella di cui eri innamorato epperò minchia che cerebrale, questa. Uno che nei Kings Of Convenience fa la mente, e lascia aggredire il proscenio al suo amico, quello bello. Poi, quando è il momento di chiarire come stanno le cose, torna in pista e mostra al mondo come si possa ballare senza grazia ma con stile (il video di “I'd Rather Dance With You”). Dietro ad un consolle è più o meno uguale. Lo chiamano singing dj perchè è difficile che stia dietro i piatti a fare finta di regolare potenziometri. Semplicemente, è uno che se la suona, se la canta e se la balla. Interpretando, magari, “There’s A Light That Never Goes Out” degli Smiths. Come dire: è San Valentino, limoniamo. // Carlo Pastore
(Zero)

FINE BEFORE YOU CAME + PHIDGE
live

Scena 100%. Milano. Hardcore con stile, sempre più post. Un nuovo disco in uscita per Idischidelamicoimmaginario/Black Candy, etichette decisamente più indie-oriented, ma in fondo va bene anche così. Un disco che è una storia, un sentimento di cuore che si dipana in dieci brani e un cortometraggio girato a New York. Dal vivo ora la scommessa è che le loro trame oggi mature brucino con la stessa intensità di quando ancora non lo erano. Ma, vista l’attitudine, c’è da crederci. In apertura i Phidge, indie-rock con il mal di schiena da Bologna. // Carlo Pastore
(Zero)